Tradizioni

Gli eventi storici

C'ERA UNA VOLTA IL CARNEVALE ISERNINO

Durante la prima metà del Novecento, in occasione del periodo carnevalesco, anche Isernia ha espresso proprie forme spettacolari collettive. Si ricordano soprattutto due manifestazioni: 'I dodici mesi' e 'La porta dell’inferno', ma non sono mancati altri modi di festeggiare la ricorrenza, come ardere un fantoccio e consumare cibi rituali.Sul finire degli anni venti dello scorso secolo, Giotto De Matteis, attingendo dalla tradizione popolare, elaborò il testo d’una ‘mascherata paesana’ che intitolò 'La porta dell’inferno'. Si tratta d’una sorta di musical dialettale che racconta, in versi cantati, la storia di alcune anime dannate isernine.

Data

Febbraio (Dipende dal giorno in cui si festeggia carnevale di anno in anno)

LA PUPATTOLA DELLA QUARESIMA

La Curaesëma (Quaresima) è costituita da un cono di discrete dimensioni, sulla cui sommità è raggomitolata quella che dovrebbe essere una testolina posticcia. La figura, appesa ad un filo metallico che attraversa la piazza, è una sorta di pupattola vestita di nero (stoffa d’ombrello), corredata d’una scopa fatta di fili di saggina. Alla base del cono c’è un telaio circolare da cui pendono alcuni cibi che sono il menù quaresimale: baccalà, aringhe, peperoncino, cipolla, aglio, una bottiglietta d’olio, un po’ di pastasciutta, frutta secca, ecc. Un tempo, il tutto era completato da una patata nella quale venivano infisse sette penne di gallina ch’erano poi tolte, una alla volta, ad ogni domenica, fino a Pasqua. Quest’ultima usanza è oggi in disuso.

Data

Ultimo giorno di Carnevale (quindi dipende da quando capita la festività ogni anno)

SAN GIUSEPPE LAVORATORE

Fabbro, falegname, carpentiere. San Giuseppe era tutto questo – come insegnano i Vangeli – oltre a essere lo sposo di Maria e il padre terreno di Gesù. Con la sua vita di onesto lavoratore, San Giuseppe nobilita il lavoro manuale con il quale mantiene la sua Santa Famiglia e partecipa al progetto della salvezza. Tra fede e tradizione fervono i preparativi per celebrare San Giuseppe lavoratore ogni anno. Nei giorni precedenti al 1° Maggio (solitamente 28-29-30 aprile) vengono svolti dei percorsi e dei riti religiosi, e solamente il 1° Maggio viene festeggiato e ricordato il Santo con delle celebrazioni eucaristiche particolari tra cui una processione nel quartiere, seguita da bande musicali e festeggiamenti vari.

Data

1° Maggio

IL CULTO DI SANTA BARBARA A ISERNIA

A Isernia, con ogni probabilità il patronato antisismico di Santa Barbara ha avuto origine nel dicembre 1456. In seguito, forse per l’iniziale influsso del terremoto del 1688 e certamente per il decisivo effetto di quello del 1882, s’è cominciato a festeggiare la santa il 6 giugno d’ogni anno .Il calendario riserva a Santa Barbara la data del 4 dicembre, ma gli isernini la festeggiano soprattutto il 6 giugno. In genere, a lei si ricorre per scongiurare le intemperie (patronato antitempestatario), quando vi sono violenti temporali e i fulmini squarciano il cielo. A Isernia, però, è invocata parimenti contro il pericolo dei terremoti . Ancora oggi, quando si avvertono movimenti sismici, anche lievi, c’è qualcuno che si reca in chiesa a pregare rivolgendosi alla martire di Nicomedia. Più volte in passato, in occasione di scosse che hanno provocato panico nella popolazione, la sua statua è stata condotta in processione. Dopo la processione la sera si festeggia con musica, degustazioni varie del territorio ed altri eventi organizzati di anno in anno.

Data

6 Giugno

LA MADONNA DELLA NEVE

A Isernia, la Madonna della Neve è detta “del Paradiso”, dal nome della zona in cui è situata la sua chiesetta, nell’agro sotto il ponte Cardarelli. La festa cade il 5 agosto e dura solitamente tre giorni, con due processioni serali: una il 4 agosto, col trasporto della statua in cattedrale; l’altra, il 6 agosto, con la statua che torna nella sua piccola chiesa agreste. La leggenda narra di alcuni saraceni presenti a Isernia tanti secoli fa, i quali, la vigilia della festa, furono invitati dal clero locale a partecipare alla processione della Madonna del Paradiso. I saraceni, di religione musulmana, rifiutarono l’invito e, con sarcasmo, risposero che avrebbero creduto nella Madonna solo se, nonostante il caldo torrido di quei giorni di agosto, fosse venuto a nevicare. Quella stessa notte, Isernia si ricoprì di neve e i saraceni si convertirono; da quel momento in poi la madonna delle neve viene ricordata ogni anno.

Data

4-5-6 Agosto

FESTA SS. COSMA E DAMIANO

Il 26 settembre di ogni anno si celebra la festa dei santi Cosma e Damiano, che è molto sentita nella città. Oltre al giorno deciso dalla chiesa, il 26 di settembre infatti, ad Isernia le celebrazioni continuano anche il giorno 27 noto come "festa dei santi per gli isernini". In questi giorni di festa, viene venduto il tipico pane a forma di ciambella, popolarmente chiamato 'tortano', che le persone acquistano in segno di devozione. Fino al XIX secolo erano anche considerati come protettori della fertilità; l'eremo dei due santi era stato eretto infatti in sostituzione di un tempio pagano di Priapo. Domenica 26 settembre, i busti dei SS. Cosma e Damiano, unitamente al Trittico delle Braccia (reliquiario), saranno trasportati dalla cattedrale al Santuario extra moenia intitolato ai due Santi Medici. Faranno ritorno in cattedrale, in forma privata, la sera di martedì 28 settembre, dove alle 20 si celebrerà la messa conclusiva, che chiuderà il programma religioso dei festeggiamenti.

Data

26-27-28 Settembre

LA FIERA DELLE CIPOLLE

E' noto, che tale fiera, almeno dal XV secolo, aveva svolgimento annuale ad Isernia; ma non è certo se la medesima già allora fosse caratterizzata dalla presenza distintiva delle cipolle, anche se più di qualche documento afferma ciò. Il 28 e 29 giu. di ogni anno a Isernia si tiene una importante e caratteristica fiera detta di S. Pietro dalle cipolle, perché vi si fa mercato di grandi quantità di bulbi di cipolle, che vengono presentati agli acquirenti in mucchi costruiti con grande pazienza. Vi accorrono ad offrire la loro merce tutti gli agricoltori di Isernia, di Venafro e di altri luoghi vicini. Nella zona isernina vengono adibiti a tale coltura c. 50 ettari e la produzione totale è di 3500-4000 Q. La varietà più coltivata è chiamata rossa o di S. Pietro: sono cipolle a forma tonda, schiacciata, di colore rosso rame o rosso vinoso e di notevole grandezza (100 cipolle pesano in media 25 kg.)

Data

28-29 Giugno

I SS. MARTIRI NICANDRO, MARCIANO E DARIA PROTETTORI D'ISERNIA

Nicandro e Marciano erano due valorosi soldati romani, probabilmente originari della Mesia (l'odierna Bulgaria). Secondo la tradizione Daria era moglie di Nicandro. Pur consapevoli dei rischi che comportava la loro scelta, abbracciarono la religione cristiana. Furono arrestati e condannati a morte per non aver voluto rinnegare la loro fede il 17 giugno del 303 d.C. La festa in onore dei patroni è molto sentita. I festeggiamenti si protraggono dal 16 al 18 giugno di ogni anno con diversi spettacoli di intrattenimento e con momenti di profonda religiosità attraverso le processioni e le numerose messe. I festeggiamenti si concludono con i tradizionali fuochi pirotecnici. In questi giorni di festa si svolge la Fiera di san Nicandro il giorno 17, si allestiscono eventi collaterali, è presente un luna park in viale San Nicandro, si svolge anche il trofeo San Nicandro, gara podistica di caratura nazionale con atleti provenienti da diverse regioni di Italia e periodicamente si allestisce l'opera di San Nicandro, dramma sacro sulla vita dei martiri. Da Notare che gli eventi prendono luogo a Venafro ma questi vengono ricordati anche ad Isernia per ciò che ci dicono le sacre scritture su questi 3 nostri protettori.

Data

16-17-18 Giugno

ABBIGLIAMENTO TRADIZIONALE ISERNINO

Quello che colpisce talvolta, osservandolo in occasione di riunioni e sagre, è l’austerità del costume isernino. Grande dote questa, quando si tiene presente che i prodotti della fantasia popolare son quasi sempre fantasmagorici, teatrali, vistosi. Qualche raro ed “originale” costume vien gelosamente custodito negli arconi di famiglia e per i nostri contadini queste vesti sono diventate sacre reliquie. Il costume femminile è costituito dalla gonna, in seta o cotone, di colore azzurro chiaro, pieghettata alla cintura e leggermente svasata in basso, senza ornamento alcuno. Ricorda, nella classica semplicità, l’abbigliamento sannita citato dal cronista Lucio Florio. Gli uomini, sempre così austeri e pratici nel vestire, indossano giacca e pantaloni blu scuro. Questi ultimi corti e aperti dal lato esterno e al disopra della caviglia, per una decina di centimetri. Il panciotto, camisciola, come la giacca ha bottoni dorati e grossi.

Data

26 Settembre (ma la data può variare a seconda dell'evento che viene svolto)
Inoltre tali costumi potrebbero essere indossati in altre feste e sagre della città.

SANT'ANTONIO DI PADOVA

Due statue ritraggono il frate portoghese secondo una standardizzata iconografia: saio francescano, aureola sul capo, giglio in mano e il Bambinello. Una delle due statue è quella custodita nella nicchia centrale del cappellone ed è usata per la processione; la seconda statua, più antica e di straordinaria bellezza, viene occasionalmente esposta, in attesa di restauro.Aspetti interessanti della festa isernina sono pure gli 'altarini' di Sant’Antonio (edicole votive, dette chiesiole, che sono abbellite con luci, drappi e fiori) e r' paniciegl', ossia il pane dei poveri (o di Sant'Antonio), cibo rituale consistente in panini benedetti che vengono distribuiti ai fedeli .Un’altra caratteristica culturale è quella dei ‘monacelli’ (munaciegl'). Sono così chiamati i bambini che, per devozione, vengono vestiti come Sant’Antonio. Tale usanza intende invocare la protezione del santo sul bimbo o ha funzione di ex voto per una grazia ricevuta.

Data

13 Giugno

IL VENERDI SANTO (PASQUA)

Rappresentare la Morte per superare la Morte. È questa, in estrema sintesi, la ragione culturale verso cui tende la drammatizzazione sacra del Venerdì Santo, che trova compimento nel cordoglio collettivo “messo in scena” attraverso la Processione del Cristo Morto. Il prologo liturgico di tale dramma rievocativo sta nei Sepolcri, il suo epilogo risolutore nella Resurrezione. L’itinerario da compiere è un itinerario temporale, ma è anche un itinerario di sentimenti. L’uomo contemporaneo, di fronte a taluni grandi misteri divini (quali la morte e resurrezione di Cristo), dà origine ad un dialogo tra la propria anima e il proprio intelletto, tra la propria fede religiosa e la propria visione materialistica del mondo. La puntuale mancanza di risposte definitive agli interrogativi che fa nascere questo dialogo crea frustrazioni, e può ingenerare sensi di colpa che vanno combattuti attraverso esperienze e sacrifici diretti (andare a piedi scalzi, cingersi la testa di spine, portare croci, statue, ceri, ecc.).

Data

Si festeggia nel venerdi della Settimana Santa di Pasqua (Marzo-Aprile)

Informazioni

Pro Loco Città di Isernia

Posizione:

Piazza Celestino V
86170, Isernia (IS)

Cellulare e Whatsapp:

328 0712547