Nonostante gli scavi del paleosuolo abbiano interessato un’area di circa 300 mq, la presenza dell’uomo preistorico è stata soltanto intuita attraverso ciò che è stato scavato. Resti umanoidi veri e propri non sono stati ancora ritrovati ma, secondo i responsabili dello scavo, sicuramente nell’area circostante in un prossimo futuro potrà avvenire un prezioso ritrovamento. La disposizione in circolo dei grandi massi calcarei su di un suolo “bonificato” con i resti ossei degli animali cacciati fanno intuire la capacità dell’homo di Isernia di costruire un ambiente particolare tra le asperità naturali dei luoghi, forse una primordiale area di sacralità verso entità naturali temute da quegli antichi esseri.